Lunedi sera è il giorno di “Fuoriclasse”, serie tv in onda sulla Rai alle 21.15. Ammetto di essere un patito per le serie televisive, specie quelle made in italy, alcune volte mi lascio trasportare quasi a immedesimarmi nei protagonisti e mi tuffo con il pensiero nella trama, dite che esagero? Può darsi…
Fuoriclasse, con protagonista la mitica Luciana Littizzetto insieme con Neri Marcore, racconta le vicende e le storie molto coinvolgenti dei Prof e degli alunni di un liceo scientifico (credo) “Caravaggio” di Torino. Non voglio parlare della fiction che tanto mi piace, ma quanto dei ricordi, stati d’animo contrastanti che provo quando guardo e penso cose riguardanti la scuola. A volte mi manca, ho il magone, vorrei premere un telecomando magico e riavvolgere tutto quanto a 6 anni fa, all’ultimo anno di scuola superiore… 5°BMeccanica, il tempo a volte porta via qualsiasi cosa, non dimentica niente o semplicemente ho sbagliato io a non godere fino all’ultima goccia quei momenti indimenticabili, anche se a onor del vero quando li ho vissuti nella mia testa c’era solo una frase: “Quando cavolo me ne vado da qui, da questa prigione? Non ne posso più!!”
Ricordo ancora il mio banco: in alto a destra la scritta incisa per bene con la punta del compasso “Modena City Rambles” e in alcuni punti “disegni futuristici”, sarà che il mio predecessore era un’artista? Povero banco, è stato complice nei momenti buoi, specie durante le ore di matematica, oppure complice quando ci scrivevo sopra pensieri poetici che volevo conservare… un foglio di carta no?!?! Oppure raccoglieva nel suo tappeto verde lacrime di una giornata storta.
Ricordo ancora le notti in bianco per le interrogazioni, gli incubi, alzarmi alle 5 per ripetere Sistemi o Storia, dividere il mio panino con il mio amico Alessandro, gli scherzi ai prof, le partite interminabili di basket o di ping-pong in palestra, le ore passate davanti alla macchinetta del caffè, le chiacchierate all’uscita della scuola, i “patti” che facevo con i miei compagni : “Oh io vi passo Storia e Italiano, ma poi mi parate il sedere in Disegno e Meccanica”, le chiamate che facevo a Matteo per sapere come risolvere un problema di Tecnologia, il doposcuola nei pomeriggi per colpa della Geometria, il vestirsi a seconda dell’umore, i famosi “100 giorni”, attendere quell’autobus alle 7.20 con l’aria di uno zombie e potrei andare all’infinito…
A quel tempo Facebook non c’era ancora, o forse non mi ero ancora iscritto, ma ho poche “testimonianze”, ho tutto conservato nella mia mente.
Finita la scuola ho tagliato i ponti con tutto, mi è rimasta l’amicizia seppur rara con due ex alunni della mitica 5BM, grave errore, perchè nel bene o nel male, la mia vita l’ho consumata per benino li in quei 5 anni, senza rimorsi.
La scuola, da me tanto detestata ti rimane dentro, ti manca, rivivo le stesse emozioni quando i miei amici liceali mi raccontano le loro avventure quotidione e la ringrazio per quello che mi ha dato… grazie Squola! Ahahahah 🙂
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