
Non so se ho fatto la scoperta dell’acqua calda o di un nuovo o esistente continente. Un giorno di questi, così, all’improvviso una fugace ispirazione ha toccato dolcemente le corde della mia creatività.
Perché “poesie di carta”? Non sarà molto originale, ma ho scelto questa definizione perché queste composizioni nascono tra le pagine di un quotidiano sportivo o di politica o culturale o di stampo religioso, oppure tra le pagine di una qualunque rivista o periodico.
Il meccanismo per comporre queste poesie o brevi racconti è semplice:
– prendiamo un articolo che ci ha colpito maggiormente, ci interessa, ci intriga;
– sottolineiamo i sostantivi che stuzzicano la nostra fantasia;
– “dall’alto verso il basso o viceversa” iniziamo a tessere la nostra trama.
Dobbiamo però cercare di costruire un’opera che sia totalmente trasversale all’articolo da noi scelto. Es: se scelgo un pezzo giornalistico sulla crisi del calcio italiano, compongo una poesia sulla crisi dell’umanità, usando parole di quell’articolo. Altrimenti sarebbe troppo facile. Ma uno di voi potrebbe pensare : “Ma non è quasi come un rubare? La poesia è arte e creatività.” Si è vero, ma è anche veritiero è il fatto che da un’opera già esistente si fa nascere una nuova creatura, totalmente nuova, con delle “cellule” madre. Ispirazione dell’ispirazione al livello infinitesimale. L’ispirazione, d’altronde, nasce da un qualcosa che già esiste in natura, nella società, nella vita in generale. Noi, autori di questa meravigliosa arte che è la scrittura, dobbiamo essere bravi a tessere dolcemente gocce o piccoli frammenti che l’umanità ci offre in dono.
Questa poesia che sto per “presentarvi” si intitola “Proteggo la mia vita” ed è tratta da un articolo di un noto quotidiano sportivo che fa riferimento alle due ragazze Vanessa e Greta rilasciate dopo essere state sequestrate in Siria. Poi mi dite se vi piace.
Proteggo la mia vita
Proteggo la mia vita
sequestrata da facili ricatti
promesse vane
lo dice la mia Luna calante
rilasciare nel vuoto azioni di pensiero
in cambio di una linea di orizzonte più morbida.
Nessuna ricompensa semmai
più in là volontariato nel percepire
un lieto canto di un usignolo
alle porte di un trambusto
aprire nuove strade sempre tortuose e ripide
ma comunque necessarie.
Alla frontiera dichiarerò
sogni da te rifugiati.
Ho vissuto prigioni
ho vissuto albe
prive di luce
aiutato da angeli senza nome
indispensabile sedersi su pietre
ammorbidite dal mio peso
inerme il riscatto è roseo
nel mio paradossale cuore
illudermi se fuori nevica.
Buona serata 😀
Raffaele
Raffaele, la tua poesia è davvero bella. Pina.
Grazie Pina 🙂 non faccio altro che “dar voce alla mia anima” Buona Domenica 😀