
Il fisico stenta
a delineare i miei passi frenetici,
un tuffo,
un volo stroncato, un urlo
mai amato, l’essenza della vertigine,
giorni vagabondi distesi su un verde
prato di piume consumate.
Dai contorni incerti questa vita
che evapora ad ogni lacrima consumata.
Le mani si piegano
per attrarre su di se la magica forma di un oggetto
sferico ben delineato.
A miei occhi l’ardua sentenza
nel giudicare vivo un sogno ancora
non del tutto emancipato…
E’ tutto così complicato…
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