Risulta allegorico il periodo di un mio innamoramento, frastagliato tra subalterni cambi di stagione improvvisato come un bravo artista di cui non si riconosce più nelle proprie virtù.
Feritoie nel muro del mio pensiero che si delinea in forme irregolari e che non accoglie nel suo habitat un appena raccolto cuore di seta. Di vino e di pelle argentata io mi nutro, sul finir del sogno e conto sulla mia agenda quei colori vivaci e intimi a cui non so ancora dare un nome.
Assenza di paternità di un animo di vetro.
Soffermarsi troppo nei miei minuziosi dettagli di un capolavoro e non comprenderne l’essenza di un opera che per molto tempo rimane insidia degli scrosci di pioggia del mio umano tempo…
Ho perso l’abilità di disegnare i contorni di un paesaggio primaverile,
ho perso l’abilità di riconoscere i suoi profumi,
ho perso l’abilità di conoscere me stesso attraverso un paradiso…
Raffaele
Buona Vita! 🙂
Rispondi