Ho avuto una esperienza decennale come educatore con i ragazzi dell’Azione Cattolica della mia parrocchia e poi quattro anni come edu-allenatore di calcio dell’Anspi… insomma 14 anni vissuti insieme ai ragazzi, ma ho ancora e voglio ancora imparare in questo districato tema sull’educazione. Avrei potuto fare l’insegnante ma per vari motivi non sono riuscito a intraprendere questa bellissima strada. E mi ferisce sentire alla televisione l’ennesimo caso di cronica di aggressione ad un maestro da parte di un genitore di un alunno. Mi fa male pensare la scuola non abbia più i mezzi e le risorse per poter tranquillamente educare le giovani generazioni e mi fa male pensare che i genitori, parlo in senso generale basando su questi episodi di violenza, non riconoscono più nella figura del maestro una continuità formativa del proprio ragazzi. Si cerca di lavorare sull’integrità morale del ragazzo, accompagnandolo sulla strada maestra, evitando brutte cadute, evitando che il ragazzo scelga strade troppo facili per realizzarsi un giorno come persona. E’ una bella responsabilità quell’educatore che non deve fare mai l’errore di sostituirsi al genitore, ma essere un amico leale e sincero per fare solo il bene umano del piccolo individuo. Adesso Internet e i social sembrano quasi scalzare via il ruolo dell’educatore, il ragazzo sembra quasi che non voglia più prendere a modello il proprio genitore o l’insegnante in cui ormai l’apparire solo superficialmente o non costruire il proprio mondo partendo dal proprio cuore sembra ormai di moda. Ma qui si potrebbero aprire altri discorsi… Per me i miei due modelli di vita sono stati e lo sono mio padre e il mio ex insegnante di religione, da loro come una spugna cerco di imparare come si sta al mondo, di come posso vivere della mia dignità senza aver paura di guardarmi allo specchio la mattina. Adesso sgridare un bambino perchè non sta attento alla lezione o perchè sta sbagliando comportamento diventa difficile e lo è stato quando in quell’ora di catechismo dovevo educare 20 ragazzi. Una volta un bambino di 7 anni stava giocando con il tablet, a 7 anni con il tablet… vabbè… e visto che non stava attento alla lezione gli ho chiesto gentilmente di posare il dispositivo e di seguire come tutti i suoi amici la lezione e questo ragazzo in maniera piuttosto energica mi ha risposto :”Se mi sgridi ancora una volta lo vado subito dire ai miei!” come se io non valessi nulla. In quei 10 anni ho avuto più difficoltà a rapportarmi con le scuole elementari che con i più grandicelli, forse perchè non ero bravo come catechista, non lo so… con i più grandicelli bastava solo un cenno di intesa ma con i più piccoli ho faticato ma al tempo stesso imparato di più a comunicare e relazionarmi con loro…
Spero solo che in un futuro non troppo lontana non esisterà una scuola “fai da te!”
Raffaele
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