Resto fuori. Mentre la tramontana
mi lascia scorticato nelle vertebre del mio pensiero.
Digitare nuove lettere
di una seducente illusione
per cercare nel disordine di questa frutta
troppo acerba per ricavarne un succo parole
sgonfiate e mai plasmate secondo usanze
di antichi rintocchi dell’animo.
Umanesimo che insulta contorni ancora vibranti
di sottotitoli di questo film che non conosce interruzioni
se non nella solitudine di una famelica emozione…
Quanto mi costa aspettarla, in lontananza da questo valico che non conosce la sua nemesi lucente e mi percuote, lei ubriaca emozione, perché non offro a lei gesti caritatevoli in quanto povero anche nel tessuto sfibrato di un suo ondoso ricordo?
Ricordo solo il brivido ferroso
che mi conduceva devoto a te…
Raffaele