Mi capita spesso nell’ultimo periodo quando mi reco a Messa per qualunque tipo di funzione religiosa di osservare il comportamento dei fedeli durante la preghiera, il silenzio o il momento di adorazione. Scruto i loro sguardi, i loro volti rivolti verso una speranza, un atto di fede che possa squarciare e dare linfa alla propria esistenza. Scruto la loro postura, le loro movenze e mi chiedo costantemente quali sono i loro desideri che portano nella più assoluta povertà davanti al Signore. Vorrei entrare abusivamente nelle loro vite e trovare un senso che mi ricolleghi in maniera conservativa alla mia di esistenza, vorrei bussare alle porte dei loro pensieri ma non potrei… la preghiera è un luogo intimo e riservato accessibile solo al mistero di Dio. Forse ho peccato nel desiderare ciò, forse ho peccato nella mia di curiosità del tutto innocente ma davanti a Lui siamo così fragili, uniti nella compassione di quei momenti che sembriamo nella nostra diversità missionaria così simili creature che provo tenerezza e amore fraterno affinchè i miei occhi vedano la clandestinità del cuore dei fedeli…
Raffaele
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