Briciole di pane raffermo sul tavolo poste in maniera del tutto calibrata,
una candela che sta per terminare la sua resurrezione,
le lancette dell’orologio sembrano fermare l’irruzione del mio tempo,
una canottiera ancora umida adagiata sul termosifone ancora tiepido…
è tutto ciò che resta di me in questo propagarsi di ricordi e vuoti apocalittici di memoria orfana.
Evidenza di una natura disgiunta da un pensiero tenebroso che vaga silente in questa stanza del cuore per ora priva di luce fredda e rigida che ristabilisca la Vita nella mia stessa Vita. Un respiro pesante per chi come me dalla bellezza di una spoglia ed enigmatica felicità vuole rimanere assente…
Il tempo per riabbracciarla sembra fatta di una somma di attimi digiunanti e privi di ordine insurrezionale e magistrale risulterebbe l’ardore di una scusa per non morire dove questo sole nella maternità di un tuo sorriso vuole farsi assopire…
Raffaele
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