I sogni non conosco il loro tempo. Non edificano una memoria dalle macerie del destino. Non cospargano di cenere le vesti di una giovane donna. Non si riconoscono nello specchio se prima non hanno toccato con le proprie mani le proprie rughe sul loro volto. Vivono di intensità fulminea, riconoscono il cielo ricolmo di stelle rinchiuso nel sorriso di un bambino o nella lacrima di un emarginato. I sogni conoscono la propria povertà nell’esasperazione di un urlo liberatorio, di quella libertà conquistata prima che il sole segni la fine della propria esistenza…
La loro essenza è racchiusa all’interno di un piccolo fiore che sboccia la mattino per donare nuovo respiro a questa esile Vita che crede ancora nella potenza profetica di un sogno!
Raffaele