Mi faccio trovar pronto.
Sono qui che aspetto.
Ricucio l’eleganza di una ferita.
Mi scivoli tra le dita e mi sento fortunato, c’è chi è ancora intrappolato e non riesce a destarsi che la vita è una continua e iraconda ferita.
Ed io che aspetto il mondo.
Mi sento ancora parte di esso anche se giro nel verso opposto. Ci sarà un momento preciso in cui ci incontreremo e capiremo il sapore di una lacrima o l’irriverenza di una calcificata, nostra, carezza.
Prendo troppe precauzioni. Lo so. Esagero.
Ma non sono un tipo con cui esibire le tue illusioni ma spavento il mio destino addomesticando e masticando profetiche rivoluzioni.
Raffaele
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