Il Ciclismo e l’essenza del Sacrificio.
La bellezza dell’Umiltà che hanno in dote non tanto i Capitani delle varie Squadre ma quelle figure che vivono nella penombra, nel silenzio assordante della popolarità: mi riferisco ai Gregari.
Quelli che permettono al loro Capitano di vincere una grande Corsa, quelli che antepongono per un giorno o per un mese le proprie ambizioni di Vittoria, quelli che si prendono per lunghi momenti il vento in faccia pur di compiere la loro missione: proteggere il loro Leader fino all’ultimo chilometro.
Ognuno ha il suo ruolo, il suo compito da eseguire alla perfezione affinchè nulla vada storto nell’ingranaggio perfetto di una tattica di squadra.
Ecco, la Squadra. Immaginatevi qualunque grande Campione del Ciclismo senza la figura dei loro Gregari… siamo davvero sicuri che avrebbero ottenuto tutte quelle Vittorie?
Il Gregario conosce bene il suo silenzio, conosce bene ogni goccia di sudore versata per un giusto fine e sa dare un valore profetico alle Vittorie.
E poi ci sono giorni di gloria, quelli attesi da una Vita, quelli desiderati nei loro sogni come quelli di Christophe Laporte che nelle 19esima tappa del Tour de France appena terminato ha avuto il via libera dal suo Capitano ed è riuscito con un bel numero ad anticipare tutti i velocisti e a regalare ai francesi il loro primo successo di questa Edizione. L’abbraccio dei suoi compagni è stato la sintesi perfetta dell’armonia che regnava nel suo Team.
E poi come Sepp Kuss che ieri ha scortato la maglia gialla fino ai Campi Elisi a Parigi.
I Gregari di Jonas Vingegaard si sono concessi insieme a lui la passerella finale lungo il rettilineo finale della tappa conclusiva di ieri.
Vincono poche corse e non hanno molti riflettori puntati addosso. Il loro curriculum sembra apparente scarno. Hanno fatto una scelta. Vivono una loro missione e sono anche loro dei Campioni se mettono sull’asfalto tutta loro Umiltà.
Mi piacerebbe, un giorno, avere il loro stesso spirito di Sacrificio. Prenderli ad esempio e dare una sfumatura particolare al mio destino.
Io mi sento come loro e da grande vorrei fare il Gregario e non so se sono portato. Non perchè ambisco ad essere un fenomeno ma non so se il mio cuore è puro e conserva quella bellezza e delicatezza che distingue la loro Figura.
Pensiamo nella nostra realtà quante figuri simili ad esse ci sono… penso agli Operatori di Pace, a chi si spende senza misura per il prossimo, a chi lotta contro le discriminazione e per una equità sociale, a chi “porge l’altra guancia” e tende una mano anche a quelli a cui hanno provocato sofferenza, a quelli che sacrificano il loro successo e le loro ambizioni personali per la salvaguardia di un Amore Fraterno.
Essere Gregario e conoscere una sfumatura diversa, particolare della Vittoria.
Raffaele
(foto tratta dal web)