L’abitudine di ritornare sui miei stessi passi.
L’indifferenza del passato ed un cuore che ha passato ogni confine.
C’è un fine per tutto questo?
Mi domando mentre fumo una sigaretta sul balconcino e aspetto solo un minuto per ribellarmi a questa idea di essere solo un manichino della mia memoria.
Non è così che ho deciso di riscrivere la mia storia e non posso cancellare le cicatrici sulla mia pelle, non voglio e non posso farlo per rispetto di me stesso, di quel briciolo di dignità che mi rimane che nell’affanno di capire la mia vita mi scivola dalle mie dita.
E pensare che non sia finita, tutta questa bellezza racchiusa in una ipotetica carezza di giorni chiusi a piangere per dei petali di margherita staccati brutalmente dal loro destino… ditemelo voi se il mio cuore ha delle movenze meccaniche tipiche di un manichino?
Mi devo sforzare, anima e corpo, a riscrivere il mio finale di stagione, non posso ignorare ad essere un sognatore intorno a questa prigione che si riscopre nel suo torpore libero di volare, tra i prati in fiore, sopra questo aquilone…
Scusate il disturbo…
Amaro
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