Un mio amico ha pubblicato di recente una Storia su Instagram in cui dava dei “Coglionazzi” tutta quella gente che sperava nel nuovo anno in qualcosa di migliore.
Credo che si riferisse anche dal punto di vista politico più che umano ma comunque il suo concetto era chiaro e mi permette di esprimere un mio pensiero, qui, sul blog.
Il 31 Dicembre è il giorno in cui facciamo un Recap generale dell’anno che sta per finire. Una sorta di risonanza magnetica per evidenziare tutto ciò che c’è e c’è stato nella nostra breve esistenza.
Un lungo esame di coscienza ha accompagnato quel giorno. C’è chi ne esce con le ossa rotte e chi ringrazia il cielo per aver messo un altro piccolo mattone al suo destino.
E non mi vergogno di essere un Coglionazzo per illudermi di volta in volta di sperare in qualcosa di prezioso, di vero e di brillante nei futuri giorni avvenire con il rischio di sembrare noioso da 34 anni a questa parte.
Ritrovare la mia stabilità emotiva, trovare un lavoro che mi renda autonomo e dia una svolta al mio racconto, ringraziare tutte quelle persone che si sono donate per la mia felicità e ricambiare il loro affetto tramite una conversione sincera del mio cuore.
Tutto qui, in linea di principio.
Poi siamo nelle Sue Mani e dovrò cercare di comprendere le Sue traiettorie e apprezzare ogni sfumatura del Suo Cielo ringraziandolo per la bellezza della mia Vita che quanto mai sia sta rivelando unica e speciale.
Non mi voglio illudere.
Vorrei nella mia solarità calibrare meglio le parole. Dare a loro il giusto significato culturale.
Voglio sentirmi Coglionazzo solo quando dovrò sperimentare la mia ipocrisia e la mia logorroica pigrizia sentimentale che di invernale ha ogni sua cellula.
Spero, con tutto il mio cuore, che il mio amico con noi si sbaglierà e non riusciremo a vivere il nuovo anno con meno retorica…
Buon Anno Cari Amici!
Raffaele