Questa poesia che vi faccio “conoscere” oggi è un mio componimento, sulla povertà interiore dell’essere umano. Avevo 16 anni quando l’ho scritta, di getto, senza troppi pensieri per la testa, stufo e spaesato, ed è anche una piccola denuncia sull’ipocrisia che regnava e regna tutt’ora nel mondo dei giovani e degli adulti. A distanza di 10 anni mi sento anche io un’ ipocrita, un auto-denuncia! 😀 Già intravedevo a quell’età la vita che mi aspettava, non tutta rosa e fiori come nelle fiabe…
Buona giornata!!!! 🙂

Non c’è nessun controllo,
istintivamente partiamo…
noi giovani
verso mete sconosciute e indefinite.
E’ la povertà di ognuno di noi.
Non c’è nessun controllo
sogniamo ad occhi aperti
per poi chiuderli al primo ostacolo
piangendo e castigandoci.
E’ la povertà di ognuno di noi.
Non c’è speranza,
siamo bravi a fare progetti,
siamo bravi a fare gli eroi,
a cercare di essere perfetti
ma purtroppo solo a parole…
poverini!
Ci ricordiamo solo di una persona
solo quando gli accade qualcosa di spiacevole
e poi finito con i falsi sentimenti
di compassione,
di fraternità
di speranza,
la buttiamo nuovamente
nel cesso dell’indifferenza.
E’ la povertà do ognuno di noi.
Siamo i soliti saputelli
“Io ho 9 in diritto”
“Io ho 10 in matematica”
“Sono fortissimo in storia!”
“Bene chi ha scoperto l’America ( è facile dai!!) ?”
“Amerigo Vespucci!!!”.
“Quanto avevi in storia scusami?!”.
Forse se ognuno di noi mettesse
su un piccolo vassoio di legno
la propria povertà,
le proprie debolezze,
i propri difetti senza
nasconderli in qualche fossa,
penso che diventeremo
persone più vere e intelligente…
lo spero!