Non c’ho capito niente. Come al solito oserei dire. Ieri su Instagram ho pubblicato una mia foto: un primo piano per far vedere ai miei followers il mio nuovo taglio di capelli. Ho raggiunto subito un notevole apprezzamento superando i 20 like, cosa insolita per il mio profilo. Mentre con le mie poesie e i miei pensieri, sempre corredati da una bella immagine, non raggiungevo i 3 apprezzamenti. All’inizio me la prendevo con il mondo, con me stesso e anche con il social perchè avevo scarsa visibilità e poco consenso, poi dopo ho capito, sempre a scoppio ritardato, che ogni tipo di social ha la sua mission, il suo senso. Qui sul blog prevale la parola, su Instagram prevale l’immagine (2 +2 fa 4 e il ragionamento è semplice anche per uno come me) e spazio per la poesia e per la riflessione c’è ne poco, per quello c’è WordPress il mio formato preferito, ma non per questo dovevo imputare la colpa ai miei amici o a me stesso ma per il semplice fatto che ogni cosa nella vita ha la sua logica collocazione. Infatti Instagram lo vedo più come un mio personale laboratorio creativo dove continuare a sperimentarmi tra dirette e pensieri articolati senza l’eccessiva ansia da prestazione. In sostanza. Morale della favola, la colpa non è di nessuno… hai capito Raffaele?
