Bentornata tra i colori amichevoli di questa accogliente bellezza ancora inespressa che è la vita. Siamo pazzi perché ci bagniamo i vestiti continuamente dentro le pozzanghere come vivaci bambini che si riparano dalle gocce scintillanti di libertà frizzantina… perché non rimanere spogli come alberi secolari che toccano il cielo con il loro amore… nessuna parola, nessun saluto. Basta l’ombra del tuo corpo mentre ti giri e ti rigiri nel letto e stringermi forte intorno a questa mattina che non ha fiducia nei restanti giorni. Vuoi un caffè? Un minuto per morire insieme a te a dare un senso a questa confusione. Un fiore che vibra intorno alla muscolatura di una copiosa preghiera, un fiore che non abdica la sua corona di spine che mente circa la sua criminalità di pungere ogni piega di questo viaggio. “Non nasconderti, presto ti vengo a cercare” questi residui di umanità ci vogliono elogiare perché ancora stiamo qui a tremare ma l’amore a questa gente in fin dei conti non risulta vano.
Siamo nuvole indescrivibili, siamo dottori irripetibili, siamo esseri troppo simili per pronunciarsi tra le vittime di questo amore.
Siamo foglie nel vento, siamo formiche in perenne movimento, siamo un artistico ornamento troppo ricamato per questo amore tra le macerie sacrificato.
Siamo vasi da riempire, un messaggio in bottiglia nel mare del divenire, siamo un’onda che ci porta troppo lontani da questo cuore screpolato per questo amore nelle sue battute troppo fermo e disorientato…
Siamo un testo intraducibile, un disco antico in vinile, siamo la luce che sul finire della sua energia per questo amore che si intravede nell’operosità di questa mia attonita foschia.
Siamo le frequenze di una radio clandestina, siamo la prima brina di una fredda stagione, siamo il brivido di una melodica e schiva canzone di questo amore che cerca riparo tra le ali di una gravida ribellione.
cosa è che attrae negli altri più la mia immagine riflesse in comiche emozioni piuttosto che le parole trafugate dal dolce silenzio di una mia poesia? perché l’instabilità cavalca radure seducenti e opinioni divertenti circa il mio circumnavigare
solo
tra ipotetiche e presente sublimazioni dell’essere.
Non sono un attore e nemmeno uno scrittore ma semmai un essere che cerca il suo fiore scandito da eterna bellezza che faccia pervenire nuova linfa nel mio drammatico tempo rintanato nel suo ego schivo…
Quanto tempo ancora ci rimane, Amica mia? Un sentimento che cresce nel tempo, nella sua fortezza e che ci accompagna nelle nostre ultime fatiche. Non toglierti gli occhiali. C’è tanto splendore in questo sprazzo di luce di una umanità incolta. Non toglierti il cappotto. Purtroppo fuori fa freddo e la voglia di rimanere vicino a un caminetto è tanta. Perché il fardello della parola custodite nel sinedrio di un segreto non può durare a lungo. E che differenza fa cambiare genere musicale per sentirci più fighi mentre sorseggiamo un pò di camomilla impiggiamati nella parafrasi di un ricordo natalizio? Raccontarci un ciuffo di emozioni mentre il richiamo del mare ci fa ritornare fanciulli non può lesinarci per cicatrici ancora inumidite da questa sabbia saggia, medicina per questa tarda età. La scoperta di una immaginazione nel ricordo del tempo che fu…
Hei! – Gli accarezza dolcemente la sua guancia rossa. – So che Ligabue non ti sta molto a genio ma c’è una frase di una sua poesia che mi colpisce ogni qualvolta che la rileggo e credo sia perfetta per suggellare questo nostro primo incontro… Posso dirtela? – Certo, va bene, farò questo enormeee sacrificio. Mi devi un favore però eh… – Ride.- “Un amore che comincia d’Estate si è persa la Primavera ma non la si vedrà mai pensare all’ Autunno imminente” Il titolo di questo componimento è “Un amore pronto a sudare” che fa da introduzione, spesso nei suoi concerti, alla canzone “Ho perso le parole” che più suscita in me gioia. – E’ bella, sussurra lei, e mi ha fatto molto emozionare se devo essere sincera ma questa nostra storia che sta per nascere sta per sbocciare in pieno inverno… non abbiamo avuto modo di incontrarci prima… a Luglio, Agosto… chessò… il destino ci ha voluti ora… e non in Estate… – Si hai ragione. (Quanto è bella. Non mi stancherò mai di guardarla, neanche se fosse la fine del mondo, neanche se i miei occhi smettessero di vivere, lei è la mia luce in fondo) Ma la mia personale interpretazione a questo verso poetico è che l’Amore conosce solo un’unica stagione: l’Estate appunto. E non importa se fuori e all’esterno dei nostri confini fa freddo e dobbiamo coprirci con strati di pensieri a volte superficiali. Ogni amore, nel corso del suo cammino, inizia sempre dalla stagione in cui la Felicità riscopre la sua essenza. E’ in estate che l’amore diventa quella emozione a cui non possiamo sottrarci. E’ in estate che noi sentiamo l’odore inebriante della nostra pelle aspettando il sorgere di nuovo, intenso ed inesplorato giorno. E’ l’estate in cui inizieremo a camminare mano nella mano sentendoci arrivare alle spalle la freschezza del mare, è in estate in cui contempliamo il cielo privo di nuvole facendo le coccole al chiaro di luna che illuminerà i nostri corpi, tempio dell’eternità. Certo non nascondo che ci potranno essere temporali improvvisi ma le lacrime che cadranno saranno nutrimento per l’arcobaleno che verrà… E’ questo il senso profondo, a mio parere, di questa frase del Liga. Perdonami se sono stato un po’ troppo romantico ma è quello penso contemplando la vertigine dei tuoi occhi e… – all’improvviso lei lo interrompe bruscamente, baciandolo. Il respiro che si blocca come ogni pensiero, un tuffo al cuore… nessuna paura. Il sapore delle sue labbra… ecco che cosa è in fondo l’Amore…