“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Sono passati più di 2000 anni, è passata un eternità ma sembra che questo comandamento della carità enunciato dal nostro Signore non sia mai essere arrivato nel cuore delle persone. La violenza negli stadi è una macchia della nostra società difficile da cancellare. Ipocrisia, interessi personali, autorità istituzionali fragili come un grissino sono i nei di questa morale di stampo italiana. Siamo ritornati nel far west oppure nel medioevo? Ognuno si fa giustizia da solo. Nessun va nelle palestre per sfogarsi. Lo stadio è diventato dimora, meta ambita per i delinquenti. Le persone civili, ragazzi che amano il calcio e sognano di diventare grandi giocatori di Serie A, costretti a rimanere a casa, davanti alla tv per non rischiare, a volte addirittura, la propria vita per vedere una partita di pallone. Tutto questo odio dei tifosi violenti, da dove viene? E’ possibile che non riusciamo a reprimere questa mania di protagonismo che attanaglia il nostro sistema sportivo? “Come la fai la sbagli”, si dice in questi casi. Se un inglese, un francese, un tedesco, uno spagnolo, (non è una barzelletta, tranquilli), viene a vedere una nostra partita di calcio, la prima cosa che ci chiederà è sulla questione del sistema sulla sicurezza negli stadi. “Ma voi non avete una legge, fatta dal governo che impedisca queste forme di vandalismo nei nostri impianti sportivi?” “Si, certo che abbiamo una legge, dall’ottobre dell’anno scorso” risponderemo noi italiani in coro. Peccato che questa norma non sia vista di buon grado dal governo del calcio. Uno dei tanti motivi per cui, c’è questa diatriba tra i due governi è (girovagando sui vari siti internet) è il pagamento degli straordinari compiuti, eseguiti dalla polizia, dalle forze dell’ordine durante eventi sportivi che devono essere pagate, così ha deciso il parlamento dalle stesse società. Ciò, il nostro sistema giuridico si è impantanato su questo piccolo, insieme agli altri, “cavillo oneroso”. Si cari, Inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi, questa è una bellissima barzelletta, da raccontare ai nostri nipoti nell’immediato futuro. Tutto questo sistema sulla sicurezza negli stadi si inceppa su questi piccoli frammenti di norme giuridiche. Dopo i recenti avvenimenti del derby della mole tra Juve-Toro, tutti i massimi dirigenti sportivi da Malagò a Tavecchio voglio incontrare il ministro dell’interno Alfano. Trovare rapide soluzione per combattere questo male sembra una pura utopia. Non sono bastate le morti di Raciti e Esposito e gli striscioni offensivi negli stadi per accelerare e uscire da questo torpore che questa Italia vive. Non basta la crisi economica, la crisi è nella morale, che sembra aver perso la “diritta via”….
continua…